Tag: forme

Le Corbousier – Gli esordi

Le Corbusier, pseudonimo  di Charles Edouard Jeanneret , nacque nel 1887 nella città svizzera di La Chaux- de-Fonds ,patria di orologiai, situata nel Giura vicino alla frontiera francese .
esordi
La madre, musicista, era molto interessata alla natura matematica della musica e il padre , calvinista e incisore di orologi , era dedito a pratiche ascetiche e molto probabilmente le radici familiari  di Le Corbusier devono aver influito nella definizione della sua poetica architettonica.
Una delle prime immagini della sua adolescenza deve essere stata la griglia estremamente razionale di  Chaus-de-Fonds , città industriale il cui rigore e ripetitività devono aver certamente contribuito a formare nel giovane architetto un’idea di città fondata su un ordine geometrico e razionale.
Le Corbusier inizia  la sua formazione come disegnatore-incisore presso la scuola locale di arti e mestieri  e dapprima si interessa alle forme decorative tridimensionali e  in un secondo momento all’architettura, spinto dal suo maestro Charles L’Eplattenier che insegnava ai suoi allievi a trarre ispirazione per i propri ornamenti dagli elementi naturali locali .
Nell’autunno del 1907  Le Corbusier fu inviato a Vienna a compiere l’apprendistato presso lo studio di Hoffmann del quale però rifiuta subito il linguaggio Jugendstil ( la declinazione austro-tedesca dell’Art Nouveau ).
Questo disinteresse nei confronti dello Jugendstil ormai in declino fu rafforzato da un incontro con Tony Garnier  avvenuto a Lione nell’inverno del 1907,  proprio  quando Garnier si accingeva ad ampliare il suo progetto del 1904 per una Cité industrielle.
Le simpatie di Le Corbusier per il socialismo utopistico e la sua  predisposizione ad un approccio tipologico all’architettura, risalgono sicuramente a questo incontro .
Nel 1907 oltre all’incontro con Garnier , Le Corbusier compì anche una visita determinante alla Certosa di Ema , in Toscana.  Là egli sperimentò per la prima volta la “comunità” vivente che doveva diventare il modello socio-fisico della sua personale reinterpretazione di quelle idee utopiche socialiste che aveva ereditato in parte da L’Eplattenier e in parte da Garnier .
Nel 1908  Le Corbusier ottenne un impiego part-time, a Parigi,  presso Auguste Perret , che aveva già raggiunto una certa fama grazie all’utilizzazione della struttura in cemento armato in un edificio residenziale,  la casa d’abitazione da lui costruita nel 1904 in Rue Franklin .
I quattordici mesi che Le Corbusier trascorse a Parigi gli schiusero una visione della vita e del lavoro del tutto nuova : oltre ad apprendere le nozioni fondamentali della tecnica del cemento armato, la capitale gli offrì l’occasione di allargare la sua conoscenza della cultura classica francese, visitando i musei, le biblioteche e le sale di lettura della città.
Contemporaneamente, con grande disapprovazione di L’Eplattenier, egli si convinse sempre più che il béton armé era il materiale del futuro:  ciò grazie al contatto con Perret che apprezzava la struttura in cemento per la sua natura monolitica e malleabile e per la durata e per l’intrinseca economicità.
L’impatto di tutte queste influenze diverse si riscontra dal progetto  che Le Corbusier elaborò per la sua scuola, al ritorno a La Chaux-de-Fonds nel 1909.
Nel 1910 Le Corbusier si reca in Germania,  per migliorare la sua conoscenza della tecnica del cemento armato e per studiare lo stato dell’arte decorativa (su incarico della Scuola d’Arte di Chaux-le-Fonds ) .
Qui lavora per qualche mese presso lo studio del grande architetto tedesco Peter Behrens progettista della fabbrica di turbine Aeg ( la compagnia elettrica di Berlino )  ed entra in contatto  con  la Deutesche Werkbund associazione che si dedica al miglioramento dell’istruzione artigianale .
Per Peter Beherens la padronanza del mestiere e l’economicità costituivano la base di una buona progettazione. Inoltre Beherens eserciterà una forte influenza su due delle ultime opere di Le Corbusier  a La Chaux-le-Fonds,  la villa Jeanneret Père del 1912 e il cinema Scala del 1916 .
In Germania Le Corbusier prende coscienza degli straordinari risultati ottenuti dall’ingegneria moderna , le navi,  le automobili , gli aerei  e i grandi silos  ed edifici industriali dalla struttura in béton armé  e si convince che è questo il materiale del futuro, l’espressione del progresso .
Alla fine dell’anno , dopo il periodo trascorso nello studio di Beherens, dove di certo deve aver incontrato  Mies van der Rohe ,  egli lascia la Germania per assumere un incarico d’insegnamento a La Chaux-de-Fonds , offertogli da L’Eplattennier ;  prima di tornare in Svizzera , tuttavia , compì un lungo viaggio nei Balcani , in Italia e in Asia Minore: da quel momento l’architettura ottomana avrebbe avuto un’influenza  sulla sua opera, come testimoniano gli appunti lirici del 1913 ( Il Voyage d’Orient ).
Nel 1913 egli aprì il proprio studio a La Chaux-de-Fonds ,  con l’intento di specializzarsi in béton armé .
Nel 1915 ,  insieme ad un amico d’infanzia,  l’ingegnere svizzero Max du Bois ,  Le Corbusier elaborò due idee che avrebbero caratterizzato la sua evoluzione nel corso degi anni Venti :  reinterpretò la struttura Hennebique in quella Maison Dom-Ino  che doveva costituire la base strutturale della maggior parte delle sue case fino al 1935 , e concepì le Villes Pilotis , città ideate per essere costruite su piloni , secondo un ‘idea derivata dalla strada sopraelevata della Rue Future di Eugène Hénard , del 1910.
Hennebique , costruttore francese autodidatta , iniziò ad usare il  calcestruzzo nel 1879. Egli svolse allora un vasto programma di ricerca privata prima di brevettare , nel 1892 , il proprio sistema , di portata straordinariamente vasta . Prima di lui ,  il grande problema del ferro-cemento era stato la preparazione di una giunzione monolitica e Hennebique superò questa difficoltà grazie all’uso di sbarre a sezione circolare che potevano essere incurvate ed agganciate insieme : solo il suo sistema prevedeva la piegatura dei ferri dell’armatura e la legatura delle giunzioni con staffe per resistere agli sforzi locali.  Con il perfezionamento della giunzione monolitica si potè realizzare la struttura monolitica ,  che condusse celermente alla prima applicazione su vasta scala di tale sistema nei tre filatoi costruiti nel 1896 .
Il progetto della Maison Dom-Ino,  elaborato a partire dal 1914,  è di fondamentale importanza perché in pochi segni anticipa e sintetizza l’essenza dell’architettura moderna .
E’ un sistema strutturale caratterizzato da un’ossatura in cemento armato che consente di articolare la pianta e i prospetti dell’edificio in maniera indipendente dalla struttura .  Da tale sistema discendono principi estetici innovativi come la finestra a nastro , la pianta e la facciata libera ( ovvero indipendenti dalla struttura portante ), le coperture piane .
Ma le implicazioni del sistema Dom-Ino non sono soltanto architettoniche ,  sono anche urbanistiche . Ideato per essere estensibile –  come le tessere dell’omonimo gioco prevede , infatti , la possibilità di assemblaggio secondo molteplici combinazioni  –  ,  il sistema era pensato per una produzione in serie , a basso costo ,  da impiegare nella realizzazione di quartieri popolari .
Il 1916 segnò il culmine della sua carriera giovanile a La Chaux-de-Fonds,  grazie alla costruzione della villa Schwob,  una sintesi straordinaria di tutto ciò che egli aveva tanto a lungo sperimentato,  caratterizzata in primo luogo da una elaborata assimilazione delle potenzialità spaziali del sistema Hennebique, consentendogli di sovrapporre a una struttura a telaio elementi stilistici tratti da Hoffmann e Perret.
Questa fu la prima occasione in cui Le Corbusier concepì una casa in termini celebrativi,  cioè come un palazzo.  Il sistema di campate alternativamente lunghe e strette,  nonché l’organizzazione simmetrica della pianta,  diedero alla villa Schwob una struttura  palladiana.

Tesina Sab

http://viverecrueltyfree.ning.com/